Gemellaggio tra Toscana e Sardegna all’insegna del cardo
20 imprenditori agricoli toscani a lezione di cardo in Sardegna, per comprendere come ricavare reddito in modo ‘virtuoso’ dai semi e dalla biomassa del cardo, pianta rustica che cresce anche nei terreni più marginali. E così il progetto GO-CARD si arricchisce di una nuova tappa allo scopo di trasferire anche in Toscana, a cominciare dal Mugello e dall’area geotermica tra Pisa e Grosseto, l’esperienza sarda (che oggi si estende su 800 ettari di terreni ad alta marginalità economica).
“Il progetto valorizzerà quei terreni divenuti improduttivi, anche a seguito dei danni da fauna selvatica, dove è possibile coltivare il cardo, una coltura a basso impatto ambientale a triplice attitudine: olio, biomassa e farina proteica” – afferma Simone Ciampoli, Consigliere Delegato di Impresa Verde Toscana, capofila del progetto e società di servizi di Coldiretti. Go-Card si colloca nell’ottica della bioeconomia, con un approccio circolare e integrato al territorio. Laddove le produzioni tradizionali non sono più redditizie, “questa coltivazione è in grado di ripristinare la qualificazione economico-ambientale del territorio, rispettando le vocazioni agricole locali ma con uno sguardo verso innovazione e sostenibilità”.
La visita, svoltasi questo maggio, ha permesso ad un nutrito gruppo di agricoltori toscani di conoscere la filiera integrata tra industria e agricoltura già operativa in Sardegna (coinvolte Coldiretti, Novamont ed ENEL), dove i vari prodotti e sottoprodotti di trasformazione del cardo sono sfruttati a beneficio dell’integrazione del reddito degli agricoltori e dell’ambiente.
“I prodotti ottenuti dalla coltura (semi e biomassa) possono essere valorizzati – spiega ancora Ciampoli – su diverse filiere”: dai semi si estrae un olio impiegato nei processi industriali di bioraffineria per ottenere monomeri e biochemicals; la farina che residua dall’estrazione è impiegata in zootecnia come alimento proteico; la biomassa invece è destinata ad usi energetici.