Il Gruppo Operativo “Go-Card – Cardo: una coltura a basso impatto ambientale per la riqualificazione delle aree marginali” (finanziato con la misura 16.2 del Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Toscana) si prefigge l’obiettivo di verificare la sostenibilità economica e ambientale della filiera del cardo da seme, andando a valutare se la coltivazione del cardo costituisca un’alternativa valida e concreta per il recupero dei terreni marginali in Toscana. L’idea di fondo è quella di supportare la diversificazione delle produzioni agricole con colture a basso impatto, favorendo l’integrazione del reddito aziendale e la tutela del territorio, secondo i criteri dell’economia circolare.
Progetto
ORIGINE DEL PROGETTO
Il Gruppo Operativo ha potuto mettere a punto la propria idea progettuale grazie al finanziamento ricevuto sulla Misura 16.1 del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Toscana. In questa prima fase, attuata nel corso del 2017, è stato possibile definire i vari aspetti connessi all’idea progettuale, ossia l’introduzione del cardo da seme in alcune aree della Toscana, e quindi la possibilità di avviare con successo una filiera legata all’impiego del seme, della farina proteica residua dall’estrazione e della biomassa del cardo.
CONTRASTARE L’ABBANDONO DEI TERRENI
In molte aree della Toscana sono in costante aumento i terreni prima coltivati a cereali che, a sia causa delle dinamiche del prezzo di mercato sia per la presenza massiccia di ungulati, non risultano dare un reddito sufficiente per gli agricoltori. La conseguente erosione di terreni per abbandono della produzione agricola, sta portando con sé anche il rischio di interrompere il rapporto virtuoso tra agricoltura e zootecnia.
LE OPPORTUNITA' OFFERTE DAL CARDO
Il cardo è una coltura poliennale rustica (anche in relazione alla presenza di ungulati) ed è possibile sfruttarne prodotti e sottoprodotti: olio dai semi, farine proteiche residue dall’estrazione per uso zootecnico, biomasse utilizzabili per la produzione di energia, oltre che come lettiera e pacciamatura, estrazione di molecole ad uso farmaceutico o agroalimentare.
LE ZONE DI SPERIMENTAZIONE
Il Gruppo Operativo Go-Card intende verificare in campo, con l’ausilio di alcune aziende agricole toscane, la produttività e la redditività della coltura del cardo, analizzandone la sostenibilità economica e ambientale. La sperimentazione avverrà in due aree del territorio regionale: il Mugello e la zona circostante l’area geotermica di Larderello, interessando nel complesso sette comuni (Scarperia, Vicchio, Dicomano, Pomarance, Castelnuovo Val di Cecina, Montieri, Monterotondo Marittimo) distribuiti nelle province di Grosseto, Pisa e Firenze.
LE ATTIVITA' DEL PROGETTO
Lo scopo della sperimentazione è definire l’itinerario tecnico ottimale per la coltivazione del cardo e per la raccolta del seme da avviare all’estrazione di olio. A tal fine sono effettuate delle prove di coltivazione in campo, realizzate grazie ad una stretta collaborazione tra gli agricoltori e i partner tecnico-scientifici , i quali hanno anche il compito di monitorare, attraverso campionamenti, la dinamica di sviluppo del cardo. I risultati delle osservazioni delle prove sperimentali, condotte in differenti contesti pedoclimatici e territoriali della Toscana, sono oggetto di un confronto continuo nel corso dei tre anni di attività previsti dal progetto, per addivenire alla messa a punto di uno o più itinerari tecnico-agronomici da impiegare nelle aree della sperimentazione e da replicare in altri contesti omogenei della regione.
Parallelamente si sviluppa la prova di alimentazione su bovini da carne nella cui razione è introdotta la farina di cardo in parziale sostituzione di quella di soia. Lo scopo è valutare le performance produttive e di benessere degli animali alimentati con la dieta sperimentale, oltre alla qualità delle carni post macellazione, con il fine ultimo di favorire l’impiego di fonti proteiche a km zero, non OGM e convenienti per le aziende zootecniche.
Inoltre sono condotte prove volte alla valorizzazione della biomassa che residua successivamente alla raccolta dei capolini. A tal fine, sono effettuate analisi di laboratorio su campioni di biomassa, prove di co-combustione in impianti a biomassa e prove di digestione anaerobica in impianto di laboratorio. Visti i quantitativi di biomassa secca prodotti annualmente con la coltivazione del cardo (a regime 10-15 tonnellate per ettaro), l’individuazione di soluzioni in grado di sfruttare tale frazione risulta rilevante per la sostenibilità della filiera.